Quando Codice Edizioni ci ha affidato la progettazione e direzione creativa del sistema d’identità visiva delle sue collane editoriali abbiamo ceduto immediatamente alla seduzione dell’etimo stesso della parola codice e delle sue implicazioni estetiche e concettuali; una sorta di gioco enigmistico di coincidenze linguistiche e corrispondenze concettuali che con naturalezza ci ha portati ad adottare un modello computazionale di rappresentazione grafica. Siamo quindi partiti da una serie di modelli geometrici e abbiamo tradotto questo approccio in una poetica visiva fatta di lievi varianti e costruzioni parametriche che utilizzano il colore quale elemento di enfatizzazione e caratterizzazione del singolo oggetto libro. Ogni pattern di ogni copertina rappresenta quindi solo una delle possibili mutazioni e forme che può assumere l’algoritmo di base, attribuendo così una specifica identità ad ogni libro, un carattere di unicità ad ogni singolo elemento che è però parte di una serie con cui condivide un unico patrimonio genetico. Questa proposta di veste editoriale rappresenta il tentativo sperimentale di individuare un punto di convergenza fra il modello di lavoro computazionale, caratterizzato dal suo algido e rigoroso ordine numerico, e i valori formali e metodologici della grafica editoriale tradizionale, cercando di coniugare linguaggi diversi in un unico e rinnovato idioma estetico.
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